domenica 12 giugno 2011

Amarone della Valpolicella

L'Amarone della Valpolicella, è certamente il più pregiato vino tra i vini veneti e rientra, a buon diritto tra i più grandi vini rossi italiani, conosciuto ed apprezzato in tutto il mondo.
Nasce, probabilmente, come una evoluzione del Recioto, vino tipico della Valpolicella, dolce e vellutato, prodotto solo con la parte migliore del grappolo, la "recia" od orecchio, la parte più alta del grappolo. Con il trascorrere del tempo si inziò a produrre un vino sempre più secco ed amarognolo, rispetto all'originale, che trovò rapidemente il suo spazio, imponendosi per le sue straordinarie caratteristiche.
La zona di produzione
L'Amarone della Valpolicella, divenuto vino DOCG solo nel 2010, si produce in una ventina di comuni della provincia di Verona ed in particolare in tutto o parte del territorio di Marano, Fumane, Negrar, S. Ambrogio, S. Pietro in Cariano, Dolcè, Verona, S. Martino Buon Albergo, Lavagno, Mezzane, Tregnago, Illasi, Colognola ai Colli, Cazzano di Tramigna, Grezzana, Pescantina, Cerro Veronese, S. Mauro di Saline e Montecchia di Crosara.
All'interno di questa area di produzione si identificano, poi, una sottozona, la Valpatena, e l'area di produzione più antica e tradizionale, indicata con l'aggettivo classico.
L'Amarone della Valpatena si può produrre esclusivamente nel territorio del comune di S.Benedetto, mentre la zona di produzione del classico fa parte dei soli comuni di Negrar, Marano, Fumane, Sant'Ambrogio e S. Pietro in Cariano.
Le uve utilizzate
L'Amarone della Valpolicella è prodotto con un uvaggio che, a seconda dei casi, può essere anche abbastanza complesso: se, infatti, esistono vini Amarone ottenuti sostanzialmente da sole uve Corvina Veronese (fino al 95%), il disciplinare di produzione ammette la possibilità di produrre vini Amarone anche con altre uve. L'uvaggio ammesso è il seguente: Corvina Veronese in proporzione variabile tra il 45% ed il 95% e Rondinella dal 5% al 30%; a queste uve possono aggiungersi, anche altre uve da vitigni a bacca rossa nella misura massima del 25%.
Inoltre, in sostitusione delle uve Corvina Veronese possono essere utilizzate uve Corvinone, ma in percentuale non superiore al 50%. Per quanto riguarda, invece, le altre uve utilizzabili, che ricordiamo non possono superare il 25% del totale, possono provenire da:
  • vitigni a bacca rossa, non aromatici, ammessi alla coltivazione nella provincia di Verona, in percentuale non superiore al 15%, con il limite del 10% stabilito per ciascun vitigno considerato singolarmente
  • altri vitigni a bacca rossa autoctoni italiani, idonei alla coltivazione in provincia di Verona per non più del 10%.
Le uve utilizzate per la produzione dell'Amarone della Valpolicella devono provenire esclusivamente da vigneti, coltivati secondo metodi tradizione, a spalliera od a pergola, situati in terreni collinari e ben esposti alla luce solare.
Le resa massima per ettaro prevista per ciascun ettaro di vigneto è stabilita dal disciplinare in 12 tonnellate, ma di queste solo 7,8 (il 65%) potranno diventare Amarone della Valpolicella, mentre la parte restante potrà essere utilizzata per produrre vini Valpolicella DOC o Valpolicella Ripasso DOC.
La vinifcazione e l'invecchiamento
Le uve vengono generalmente vendemmiate nelle prime due settimane di ottobre, ed inviate immediatamente ad una prima fase di cernita, tesa ad eliminare i grappoli non idonei a diventare Amarone delle valpolicella, perchè malati o non completamente maturi. Prima della vinificazione, tutte le uve devono essere sottoposte ad un appassimento naturale che ne porti il titolo alcolico naturale da 11% vol a 14% vol: tutti i grappoli sono, quindi, disposti con cura in cassette di legno e lasciate in fruttai ben areati per l'appassimento, che può durare anche 120 giorni.
Alla fine dell'appassimento le uve sono pigiate è poste in macerazione: da questo momento il vino può prendere due strade alternative. Il metodo tradizionale prevede una lunghissima macerazione sulle bucce, anche di alcuni mesi, ed una fermentazione a temperatura naturali, quindi piuttosto fredde, mentre il metodo moderno prevede l'uitilizzo di vinificatori che permettano il controllo e la gestione della temperatura di fermentazione. Con il primo metodo, che generalmente porta anche a tempi di maturazione più lunghi, si ottengono vini più intensi e complessi, adatti anche a lunghissimi invecchiamenti, mentre con il secondo metodo, molto più breve, si ottengono vini più morbidi e fruttati, ma meno adatti ad essere bevuti dopo lunghi periodi di tempo.
Alla fine della fermentazione e dopo la svinatura, il vino, ancora lontano dall'essere un Amarone della Valpolicella, deve essere posto ad invecchiare per almeno due anni, generalmente in botti di legno, tonneaux o barriques. Il disciplinare di produzione dell'Amarone, però, non specifica come debba avvenire l'invecchiamento del vino: i singoli produttori, sono pertanto liberi di decidere come e dove invecchiare il vino, dando così origine a vini che possono essere anche molto diversi tra loro. Per la produzione dell'Amarone Riserva, infine, il periodo di invecchiamento minimo è di almeno quattro anni.
L'Amarone della Valpolicella
L'Amarone della Valpolicella è un vino piuttosto alcolico (14% vol) che si presenta alla degustazione con un bel colore rosso rubino carico, intenso e luminoso, con sfumature granato dopo un lungo invecchiamento, ed un profumo molto intenso e complesso con caratteristiche note fruttate di ciliegia, ribes, confettura di amarena e di lamponi, cioccolato e spezie e, nei vini invecchiati, anche un leggero sentore di muschio e catrame (goudron). In bocca, l'Amarone è caldo, pieno e vellutato, ricco di struttura, ma al tempo stesso morbido, elegante ed equilibrato; i tannini sono piuttosto morbidi e rotondi, mai aggressivi e delicatamente allappanti; il finale soprende per la sua lunghezza e conquista sin dal primo assaggio.
Tra i più grandi vini rossi italiani, l'Amarone della Valpolicella in tavola si serve in abbinamento a brasati, stracotti, spezzatini ed arrosti, soprattutto di selvaggina. In gioventù l'Amarone è ideale, però, anche con salumi e formaggi stagionati, zuppe di legumi e risotti saporiti con carne o formaggio.
La migliori annate dell'Amarone
La diffusione dell'Amarone, come vino rosso distinto dal Recioto, comincia dagli anni '50, e quindi è molto difficile trovare, anche tra le bottiglie da collezione, annate precedenti. Le annate dell'Amarone considerate eccezionali sono quelle del 1983, 1988, 1990, 1995, 1997, 1998, 2000, 2006 e 2008, mentre tra le ottime annate si possono annoverare il 1970, 1971, 1974, 1976, 1979, 1985, 1993, 2004, 2006 e 2007.
Qui di seguito trovate la tabella completa delle annate con riportate la valutazione in stelle, da una a cinque, a seconda del pregio e della qualità del vino
  1960 ** 1970 **** 1980 *** 1990 ***** 2000 *****
  1961 **** 1971 **** 1981 *** 1991 *** 2001 ***
  1962 **** 1972 * 1982 * 1992 ** 2002 **
  1963 ** 1973 ** 1983 **** 1993 **** 2003 ***
  1964 **** 1974 **** 1984 ** 1994 *** 2004 ****
  1965 ** 1975 *** 1985 **** 1995 ***** 2005 ***
  1966 *** 1976 **** 1986 *** 1996 **** 2006 ****
  1967 **** 1977 *** 1987 ** 1997 ***** 2007 ****
1958 **** 1968 *** 1978 *** 1988 ***** 1998 ***** 2008 *****
1959 *** 1969 **** 1979 **** 1989 ** 1999 ***  

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